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Dott. Tommaso Bassi
Medico Chirurgo
Specialista in Psichiatria
Laurea Università Statale di Milano 2001
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DISTURBI CORRELATI A SOSTANZE
Le sostanze psicoattive, comunemente dette droghe, sono sostanze farmacologiche che agiscono principalmente a livello centrale ma anche periferico; anche alcool è una sostanza che agisce principalmente sul cervello provocando disinibizione e/o sedazione. In esse è presente un agente chimico che produce effetti sull’organismo, alterando e modificando le normali funzioni biologiche, psicologiche e mentali. Tutte le sostanze stupefacenti agendo sul cervello, modificano il tono dell’ umore, i processi cognitivi (vigilanza, attenzione, memoria), la percezione sensoriale (visiva, uditiva, corporea) ed i comportamenti; inoltre provocano temporanee e spesso irreversibili (per esempio le psicosi indotte da sostanze), modificazioni delle funzioni cerebrali; tali effetti variano da persona a persona e ciò è dovuto, sia al tipo di sostanza assunta, che alla costituzione biologica e psicologica dell’assuntore. Esiste quindi una vulnerabilità personale che determina i maggiori o minori danni che esse possono produrre. Sono ormai tantissimi gli studi di imaging cerebrale che evidenziano la morte precoce di cellule cerebrali (neuroni), nelle persone che utilizzano cocaina; tali danni sono correlati alla quantità di sostanza utilizzata nel tempo.
Il consumatore di sostanze può essere un abusatore o un dipendente; in questo ultimo caso si devono instaurare due processi: la tolleranza, che indica il bisogno di aumentare progressivamente la dose per produrre l'effetto ottenuto originariamente con dosi minori, e la dipendenza fisica, uno stato di adattamento fisiologico a una sostanza che si manifesta con una sindrome da sospensione (astinenza). Nella sindrome da astinenza, se la sostanza viene interrotta, si manifestano disagi fisici spiacevoli e a volte molto pericolosi (per esempio il delirium tremens che colpisce, solitamente in terza giornata, l'alcolista che smette di bere). Il passaggio da una condizione di abuso a quella più grave di dipendenza è supportata da alcune variabili quali: il tipo di sostanza, la vulnerabilità genetica, la situazione socio-economica in cui si vive (contesti devianti, svantaggio economico, povertà), l'esposizione ad eventi stressanti, la familiarità per il disturbo o altri disturbi psichiatrici (disturbo dell’umore, dipendenza da alcol, disturbi di personalità).
In generale il concetto di dipendenza da sostanza si riferisce ad uno stile di vita quasi totalmente dedicato alla ricerca e all'utilizzo compulsivo ed eccessivo di una certa sostanza o droga; tutto questo principalmente contraddistinto da marcati sintomi di astinenza, craving (forte e irrefrenabile desiderio della sostanza) e tolleranza, così come da infruttuosi sforzi di smettere il consumo e da forte menomazione in molteplici aree di vita; infatti l’uso di sostanze psicoattive, a lungo andare, influisce negativamente sulla vita affettiva, scolastica o lavorativa causando una grave compromissione sia nel funzionamento generale dell’individuo che nel rapporto con amici, colleghi, figli e partner.
Nuova classificazione dei Disturbi correlati a sostanze del DSM-V
Il cambiamento fondamentale apportato nel DSM-5 è rappresentato dalla fusione delle categorie di abuso e dipendenza da sostanze del vecchio DSM-IV in un unico disturbo da uso di sostanze misurato su un continuum da lieve a grave, i cui criteri per la diagnosi, quasi identici ai precedenti criteri, sono stati uniti in un unico elenco di 11 sintomi. I disturbi correlati a sostanze sono sostanzialmente divisi in due gruppi: il gruppo di disturbi da uso di sostanze e il gruppo di disturbi indotti da sostanze (per lo più intossicazione e astinenza). Le sostanze prese in esame sono raggruppate in dieci classi: alcol; caffeina; cannabis; allucinogeni; inalanti; oppiacei; sedativi, ipnotici, ansiolitici; stimolanti; tabacco; e altre (o sconosciute) sostanze.
In base ai criteri diagnostici del DSM-5, devono essere presenti i seguenti sintomi per soddisfare la diagnosi di disturbo da uso di sostanza:
Un pattern problematico di uso della sostanza che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle seguenti condizioni , che si verificano entro un periodo di 12 mesi:
1) La sostanza è spesso assunta in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni.
2) Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza.
3) Una grande quantità del tempo è impiegata in attività necessarie a procurarsi la sostanza, ad usare la sostanza o recuperare dai suoi effetti.
4) Craving o forte desiderio o spinta all’uso della sostanza.
5) Uso ricorrente della sostanza che causa un fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola, a casa.
6) Uso continuato della sostanza nonostante la presenza di persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti della sostanza.
7) Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa dell’uso della sostanza.
8) Uso ricorrente della sostanza in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso.
9) Uso continuato della sostanza nonostante la consapevolezza di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico, che è stato probabilmente causato o esacerbato dalla sostanza.
10) Tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori:
a) Un bisogno di quantità marcatamente aumentate della sostanza per ottenere l’intossicazione o l’effetto desiderato.
b) Una marcata diminuzione dell' effetto con l'uso continuato della stessa quantità della sostanza.
11) Astinenza, manifestata da ciascuno dei seguenti fattori:
a) la caratteristica sindrome di astinenza per la sostanza (con riferimento ai Criteri A e B dei set di criteri per l'astinenza dalle sostanze specifiche);
b) la stessa sostanza (o una strettamente correlata) viene assunta per attenuare o evitare i sintomi di astinenza.